Concerti dell'Einstein

Pubblicato il 21 Febbraio 2025

Ideata dal dirigente Claudio A. D’Antoni e realizzata in partnership con la pregevole istituzione

concertistica milanese “Fondazione La Società dei Concerti”, di cui è presidente l’instancabile e

poliedrica Enrica Ciccarelli, il 23 gennaio ha preso …

Ideata dal dirigente Claudio A. D’Antoni e realizzata in partnership con la pregevole istituzione

concertistica milanese “Fondazione La Società dei Concerti”, di cui è presidente l’instancabile e

poliedrica Enrica Ciccarelli, il 23 gennaio ha preso avvio la prima stagione concertistica del liceo

scientifico “Einstein” intitolata "Il colore del suono".

Del primo concerto è stata protagonista la sedicenne Miriam Pipitone, che ha proposto un

rarissimo repertorio di musica per sola arpa.

Un recital di arpa solista è, in sé, una rarità, ma il maggior valore della performance va rilevato

nella capacità strumentale e comunicativa dell’artista, rivelatasi capace di trasportare il pubblico

in una dimensione di magica sonorità sognante.

Il programma spaziava dallo Scarlatti delle Sonate, al classicismo neobarocco di Haendel e,

ancora, attraverso i punti di riferimento ottocenteschi della letteratura per arpa (gli autori Posse,

Godefroid), giungeva fino alla musica contemporanea di Connesson, un brillantissimo esempio

della “musica classica” del Secolo Ventunesimo. Il numeroso pubblico presente ha gradito

entusiasticamente l’esibizione, richiedendo un apprezzatissimo bis.

Giovedì 20 febbraio si è svolto il secondo concerto con l’altrettanto titolata pianista Emma

Guercio, diciassettenne. Il primo brano proposto dalla concertista, la Sonata op. 120 di Schubert,

ha messo in luce una scelta stilistica interpretativa ispirata a una raccolta eleganza intimista. La

scansione dei tempi, il tocco morbido e profondo si sono rilevati efficaci per la realizzazione di

una sonorità particolare, fatta di un legame di cantabilità e brillantezza.

La capacità costruttiva della pianista si è distinta nell’organicità dei dialoghi svolti tramite le

ripetute esposizioni dei due temi principali, con un punto di grande maturità interpretativa nella

coda dell'Andante centrale, dove è apparsa chiara, seppure nella sua trasparenza fonica, la

suggestione di un commiato definitivo.

L'Allegro conclusivo è stato anch’esso eseguito in una chiava narrativa controllata, esente da

cedimenti alle agitazioni che talvolta offuscano la trasparenza della scrittura pianistica del

Viennese, con evidenti rimandi al senso cameristico, più che a quello sinfonico, di certo pianismo

schubertiano.

Il secondo ascolto, la Sonata op. 31 n. 2 di Beethoven era incentrato sull'attestazione dello spirito

visionario Beethoveniano, evidente nel rispetto della pedalizzazione originale, una maniera di stile

che precorre di un secolo le precise scelte coloristiche degli innovatori del primo Novecento.

Emma Guercio ha eseguito il primo movimento confacendo la propria agogica alle autentiche

indicazioni beethoveniane, muovendosi, quindi, nell'originalità di un suono sperimentale

valorizzato da una costruzione di tempi organica e plastica.

Il difficile modellato dei primi due tempi ha avuto una risoluzione ritmica nell'impassibile mobilità

del tempo conclusivo, laddove il re min. si attesta in tutto il portato di drammaticità terrena

bisognosa di speranza ultraterrena, concetto idealistico che guida esplicitamente la poetica della

Nona Sinfonia, anch’essa in re min.

L’astrattismo beethoveniano ha avuto un’ideale prosecuzione nel brano successivo L’Isle joyeuse

di Debussy, in cui Emma Guercio ha sfoderato senza titubanze tutto il proprio virtuosismo, dando

vita con ampiezza di timbri alla complessa tavolozza debussiana. Senza cedere a un effettismo

manieristico, la molteplicità dei livelli e dei timbri sonori alle varie zone della tastiera si è mostrata

di rimando al tessuto orchestrale del Debussy dei poemi sinfonici.

Calorosi applausi da parte del pubblico e richiesta di bis. In questo caso, la concertista ha

snocciolato con tecnica sicura lo Studio op. 25 n. 5 di Chopin.

Il concerto si è svolto sul pianoforte che il dirigente Claudio A. D’Antoni ha ricevuto in dono,

destinandolo al liceo scientifico Einstein, dall'associazione italiana ricerca sul cancro. È stata

gradita dal pubblico anche la presentazione dei brani a cura della pianista, con la brillante

collaborazione dello studente Alessandro.

I concerti del liceo Einstein, serie di quattro esibizioni intitolata "Il colore del suono", saranno

ancora l’occasione per ascolti musicali aperti al pubblico il 20 marzo e il 8 maggio, con inizio alle

ore 18. Ringrazio la presidente Enrica Ciccarelli per la proposta, così indovinata, di artisti di

grandissimo spessore culturale e artistico, sperando di arrivare a un numero sempre crescente di

ascoltatori, studenti e non.

Continuerò nella proposta dei cardini del modello culturale che ha orientato il pensiero umano,

lontano da cliché televisivi e virtuali.

Milano, 21.2.25

Claudio A. D’Antoni

Scarica: concertieinstein

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